L’esposizione comprende importanti documenti del 1921 custoditi nell’Archivio Storico dell’Istituto Gagini, a testimonianza dell’importante ruolo che la scuola ebbe nell’allestimento delle prime rappresentazioni.
Si è svolta il 1° luglio l’inaugurazione della Mostra ORESTEA ATTO II, organizzata dalla Fondazione Inda a Palazzo Greco, che ripercorre le tappe della ripresa delle rappresentazioni classiche al Teatro Greco di Siracusa dopo la Grande Guerra e l’epidemia di Spagnola.
Si tratta di una mostra multimediale, a cura di Marina Valensise, con la supervisione di Davide Livermore, nata in occasione del centenario della messa in scena delle Coefore di Eschilo, che avvenne nel 1921 con la direzione artistica di Ettore Romagnoli, le scene e i costumi di Duilio Cambellotti, le musiche e i cori di Giuseppe Mulè.
L’Istituto Antonello Gagini, diretto dalla Prof.ssa Giovanna Strano, ha contribuito con la concessione di documenti originali dell’epoca custoditi presso l’Archivio Storico della scuola, a testimonianza del ruolo fondamentale che la Scuola d’Arte, diretta da Giovanni Fusero, ebbe negli allestimenti dei primi anni, seguendo le direttive di Duilio Cambellotti.
L’allestimento è suddiviso in tre sezioni. La prima è dedicata ai protagonisti dell’impresa che segnò la ripresa delle rappresentazioni classiche dopo la Grande Guerra e l’epidemia di Spagnola, e cioè il conte Mario Tommaso Gargallo di Castel Lentini, l’archeologo Paolo Orsi, il grecista Ettore Romagnoli, il compositore Giuseppe Mulè, l’artista Duilio Cambellotti e il prof. Giovanni Fusero.
La seconda sezione espone una selezione di 44 fotografie dello stesso spettacolo del 1921, realizzate dal fotografo siracusano Angelo Maltese durante le rappresentazioni al Teatro Greco nell’aprile 1921. Infine entrando nello Spazio del tempo, il visitatore della mostra potrà assistere alla proiezione di un video realizzato da Alain Parroni con Threeab e immergersi nell’atmosfera del Teatro Greco di cent’anni fa: le immagini dei momenti salienti del secondo atto dell’Orestea iniziano a prendere i colori delle scenografie e dei costumi di Cambellotti, mentre gli attori del 1921, prendendo oggi le voci degli allievi dell’Accademia d’arte del dramma antico, cominciano a recitare alcuni dei versi di Eschilo, tradotti in endecasillabi sciolti da Ettore Romagnoli e iniziano a cantare i cori delle Coefore secondo la partitura originale di Giuseppe Mulé e sotto la direzione del Maestro Marco Podda che ne ha assicurato la trascrizione.