Vincent non cominciò presto a dipingere. Prima provò a fare il predicatore religioso. Poi cominciò a guardarsi intorno. La povera gente del luogo lo attraeva, come attrae la verità dell’esistenza, il bisogno, l’essenzialità delle cose. Come in questo “ I mangiatori di patate”(I mangiatori di patate è un dipinto di Vincent van Gogh a olio su tela, realizzato nell’aprile 1885. È conservato nel Museo Van Gogh di Amsterdam). La stanza è povera e spoglia. Intorno al tavolo, al lume d’una fiamma, stanno cenando cinque persone. Serie, povere, dignitose, stanno consumando una cena a base di patate e caffè. Una bambina ci dà le spalle ed è vista in controluce. Non c’è silenzio. Le persone si guardano nel rito, quasi sacro, della cena. Gli sguardi animano la scena. La donna, di fronte, guarda l’uomo, che, a sua volta, fissa la donna che sta mescendo il caffè che viene guardata anche dall’uomo con la patata in mano. Quegli sguardi a catena sono parole. Quella stanza è povera di cose ma animata di calda umanità. Questo è ciò che vedeva ed amava il giovane Vincent.
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SINESTESIE SICILIANE, i suoni della cucina e i sapori dell’arte